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La Creatività Sociale in Rete

Un articolo per NOVA/Sole24ore

La parola “creatività” è stata inflazionata, indebolita da un eccesso di gioco formale e patinato della comunicazione. I creativi erano comunemente detti quelli che operavano nella filiera pubblicitaria, creando spot e slogan con parole in libertà, amplificando l’immaginario del consumo.

Era il grande gioco dei massmedia basato su una logica tutta inscritta nella strategia di promozione del prodotto commerciale. Ma qualcosa sta cambiando, lo stesso sistema del marketing inizia ad interrogarsi sulle dinamiche del web 2.0 che presuppone il fenomeno partecipativo dell’user generated content.

Sta emergendo una creatività diffusa, espressa dalla condizione attiva del prosumer, il consumatore d’informazione che se ne fa produttore mettendosi in gioco, riflettendo la propria soggettività, interpretando società e mercato secondo il proprio punto di vista interconnesso a tanti altri punti di vista.

Non è più solo una questione di forme e contenuti ma di relazioni: si sta sviluppando una creatività sociale che grazie alle strategie relazionali di internet si sta espandendo in modo esponenziale.

 

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E’ a partire da questi presupposti che stanno nascendo i Performing Media Lab per l’uso sociale e creativo delle reti, come quello che verrà presentato nell’ambito del Festival della Creatività di Firenze il 25 e 26 ottobre in un “cantiere” promosso da casa masaccio contemporanea di San Giovanni Valdarno con la Regione Toscana. Uno dei temi è sui “Format Post-televisivi: Videoblog, User Generated Content, Interactive Media” con la partecipazione Bruno Pellegrini (www.theblogtv.it ), Antonio Rollo (TarantaVideoblog), Marco Tabbia (Acmos-PerformingMediaLab/Piemonte), Andrea Genovese (7thfloor e www.europedia.it ) e Massimo Cittadini (autore di interactive media)

Questa fiorentina è la prima tappa del Performing Media Lab che si svilupperà nell’arco delle prossime settimane, all’interno della casa di Masaccio a San Giovanni Valdarno che accolse l’apripista del Rinascimento, in un’attività che non riguarda più solo la sperimentazione dei nuovi linguaggi, ma la capacità di inventare una Società dell’Informazione che interpreti le reti come beni comuni.

Trovare cioè i modi per fare società interpretando le condizioni delle trasformazioni in atto, per rivolgersi non solo al sistema dei media ma alle peculiarità dei territori, con tutte le loro valenze tradizionali, culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche. Fare Società dell’Informazione cercando di coniugare l’economia immateriale dell’informazione valorizzando quella delle culture materiali, una delle monete più sonanti del nostro Paese. Il Performing Media Lab intende quindi misurarsi con l’Innovazione territoriale che riguarda una ricerca glocal attraverso cui far interagire reti e territorio. In questo senso la creatività è intesa non più solo come espressione estetica ma come genialità sociale: pratiche e comportamenti tesi a declinare l’evoluzione culturale in relazione al mondo che cambia.

Il blog del cantiere è attivo su www.performingmedia.org/lab/valdarno

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