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LeggereRoma a PiùBlog/PiùlibripiùLiberi

Dopo il ponte (piove) vieni all’EUR metafisico e pieno di libri…

Lunedì 8 dicembre (alle 19,20!!! in coda a tutto… bene così) a Roma, nell’ambito di PiùBlog contenuto come in una scatola cinese nella fiera della piccola e media editoria PiùlibriPiùliberi (Palazzo dei Congressi EUR) si presenta il progetto
LeggereRoma frammenti letterari nelle geografie romane on line
a cura di Laboratorio di Scrittura On Line/SO e promosso da Casa delle Letterature/ScuolaOmero/teatron.org.
Un progetto svolto nella primavera 2008, concluso e ora in cerca di un rilancio di cui vale la pena trattare…

L’evento è rilanciato su Facebook

Qui sotto trovi la piattaforma di googlemap abitata dal virus della scrittura mutante


Visualizzazione ingrandita della mappa

carloi said,

dicembre 5, 2008 @ 19:39

scrittura mutante?
porta il libro fuori contesto…

carloi said,

febbraio 24, 2010 @ 16:11

ecco l’incipit di un testo scrittura x un libro di prossima uscita su WebLetteratura

La scrittura mutante

di Carlo Infante (*)

La condizione digitale, già con l’ipertesto, e ancor più con lo sviluppo di internet, l’ipertesto globale di ipertesti, sta ridefinendo il concetto di scrittura. Emerge la natura combinatoria e non più lineare del discorso.
Si tratta di una scrittura sempre più ibrida: si confonde con l’energia propria dell’oralità per andare oltre le specificità sedimentate in secoli di perfezionamento di una tecnologia che è passata dalla mera funzionalità di gestione della memoria degli ordinamenti (religiosi, politici ed economici) a quella creativa della produzione d’immaginario, nelle diverse forme della poesia, della prosa, del romanzo.
Ecco l’epicentro della questione: la mutazione della scrittura comporta il radicale cambiamento delle competenze, o perlomeno l’insorgenza di nuove attitudini , nuovi comportamenti che si traducono in linguaggio.
Stiamo entrando nella Società dell’Informazione e la scrittura gioca un ruolo troppo importante per lasciarla in custodia solo agli scrittori o ai giornalisti.
Scrivere è comunicare, anche se non è scontato.
Chi l’esercita negli SMS, o nelle chat, o in email o in un blog, in un geoblog o in un social network lo sa (tendenzialmente) e lo dimostra.
Sa quanto il proprio pensiero tenda ad avvicinarsi all’azione.
La scrittura sta mutando, si sta avverando il presagio di McLuhan per cui l’era elettrica pervade la condizione umana, trasformandola, condizionando di conseguenza tutte le sue espressioni.
La scrittura, una delle tecnologie più complesse tra quelle che l’uomo ha inventato in questi millenni, sta superando la condizione alfabetica per comporre una polisemia che contempla suono ed immagine, come nelle soluzioni ipermediali o nelle animazioni in Flash o nel tagging al video-sharing su piattaforme come YouTube.
E’ una scrittura plurimediale che supera il “brainframe” (come lo ha definito Derrick De Kerckhove) alfabetico per espandersi ad una sfera comunicazionale più ampia, più naturale (secondo il principio filogenetico della nostra essenza multisensoriale) rispetto a quella più settoriale (più artificiale) dell’esercizio alfabetico.
Il dato che intendo rilevare in prima istanza è quello sociale che attraverso una serie di nuovi comportamenti determina l’impatto di una generazione con un sistema educativo che ancora non sa cogliere gli aspetti culturali di questa mutazione della scrittura.
In un tratto ulteriore della mia ricognizione teorica focalizzo l’attenzione su una progettualità (basata su un Osservatorio ed un concorso promosso alla Fiera del Libro di Torino dal 2003) che ho definito “scrittura mutante” (1).
Scrittura Mutante è stato concepito per lanciare una sonda nel magma di quelle sperimentazioni che tentano di dare forma alla nuova espressività in ambiente digitale attraverso la scrittura.
La scrittura, come gran parte dei nostri rapporti con il mondo in accelerata trasformazione, sta mutando. E’ una condizione determinata non solo dalla velocità dello scambio comunicativo ma dalla quantità d’informazioni che ci pervadono. Tutto questo tende a produrre una crisi dei modelli espressivi, senza dubbio, ma come tutte le crisi può tradursi in una crescita e nella ricerca di nuove possibilità educative. Rispetto a quella quantità e velocità emerge la necessità di una qualità in grado di ristabilire un equilibrio tra il pensare e l’agire nel campo del linguaggio. E’ di questo che si tratta: attivare una ricognizione sulle nuove modalità di espressione all’interno di quell’ambiente digitale in cui la comunicazione, anche se rischia delle perdite (le dinamiche logico-consequenziali, ad esempio), offre potenzialità straordinarie.
Il termine scrittura mutante è certamente generico, e anche un po’ ironico, ma permette di affrontare le differenze di approccio alla sfera della parola e del suo utilizzo nel contesto multimediale. Ponendo domande come: in che modo la narrazione, propriamente lineare, può misurarsi con l’ipertestualità? O ancora. Come si coniugherà la scrittura con le soluzioni audiovisive nei nuovi supporti editoriali?
Come ridefinire il ruolo singolare dell’autore all’interno delle reti basate sulle proprietà “plurali”, connettive e collaborative? In che modo le tecniche dei software si riveleranno linguaggi capaci di attrarre le nostre sensibilità?

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