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Il web 2.0 per il brainstorming, la gestione e la condivisione del know how

A Torino, al Centro Congressi Environment Park, Auditorium Kyoto (Via Livorno 58)
Venerdì 19 febbraio 2010
si svolge una Giornata di lavoro per i POLI DI INNOVAZIONE promossi dalla Regione Piemonte

Alle ore 9.30 : PRESENTAZIONE DEI SERVIZI PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE

Alle ore 14.00( fino alle 16.30) c’è il  laboratorio interattivo del Performing Media Lab.

Il web 2.0 per il brainstorming, la gestione e la condivisione del know how
Un laboratorio interattivo per tradurre il web 2.0 in opportunità: per l’innovazione di processo nel sistema delle imprese.
Il laboratorio si basa sull’utilizzo del web (su rete wireless) con pc portatili o altri device, per la partecipazione diretta via blog e via twitter (è opportuno avere già l’account).

I partecipanti saranno invitati  ad una veloce auto-presentazione (secondo un particolare format di public speech)  e a contare  sull’autonomia delle batterie dei propri device.
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OBIETTIVI
Illustrare alle diverse imprese afferenti ai Poli d’innovazione l’opportunità del web 2.0 per l’efficienza  e la dinamica collaborativa tra sistemi imprenditoriali e ricerca.
Nel contesto del workshop si attuerà la funzionalità delle piattaforme on line per lo sviluppo  di un’attività di cooperazione e trasferimento di know how tecnologico operativo che superi certi modelli astratti su cui s’è basata, fino adesso, l’idea di innovazione di processo (Business Process Reengineering).

Il valore economico su cui concentrare l’attenzione riguarda l’ottimizzazione delle risorse informative, a partire da un “fare economia” che porti a capitalizzare nel miglior modo possibile il know how interno, superando però l’autoreferenzialità dei circuiti chiusi.
Sulla base di questo principio si può sviluppare la ricerca di nuovi asset, operando su dinamiche collaborative di confronto aperto sugli scenari, condividendo  l’esperienza dei Poli d’innovazione in stretta relazione ai sistemi istituzionali della ricerca.
Un buon punto d’analisi in questo ambito riguarda il concetto di Open Innovation, coniato nel 2003 da Henry Chesbrough, che innestando il termine open a innovation riflette su un nuovo paradigma della cultura d’impresa integrandola alle proprietà aperte della diffusione globale della conoscenza.
Lo sviluppo esponenziale delle reti e in particolare del web 2.0, così detto perché scandisce una nuova fase di internet fondata sul fenomeno partecipativo dei blog e dei social networking, espande quelle proprietà di diffusione dei saperi, su cui si qualifica il lavoro d’intelligenza connettiva dei sistemi della ricerca messi in rete a tutti gli effetti.
Dalle pratiche del brainstorming, inteso come confronto aperto sulla base di conversazioni condotte con agili criteri combinatori, attivati da serrati scambi d’idee, si arriva al fenomeno del crowdsourcing che può rivelarsi come un nuovo modello di business basato sull’”intelligenza distribuita” attraverso il quale si può determinare lo sviluppo di un progetto con la collaborazione di “un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team” ( come suggerisce Wikipedia). Un’opportunità esponenziale che il web rivela al miglior grado.
L’open innovation comporta il fatto che il know how delle imprese possa essere condiviso, per non basarsi più, esclusivamente,  sulla propria ricerca interna, per intraprendere scambi con le altre aziende e concedere in licenza le proprie applicazioni innovative attraverso spin-off e  joint venture.
Perché questo accada vanno promosse piattaforme di social networking coordinate secondo piani precisi di comunicazione e caratterizzate sia per ambito tematico sia territoriale.

Il laboratorio interattivo procederà attraverso l’esperienza procedurale delle applicazioni di social networking e alcuni format di performing media (instant micro-blogging, social tagging, geoblogging, mobtagging, bluetoothing,etc).
Strumenti atti a migliorare le dinamiche collaborative, per ottimizzare gli scambi e le relazioni sia con l’esterno sia all’interno dell’imprese, per l’inter-operabilità, il brainstorming, la gestione creativa della complessità delle informazioni condivise e la cooperazione tra i soggetti associati.
FORMAT

Il workshop si  aprirà con un agile auto-presentazione dei partecipanti, secondo una particolare modalità definita Coffee-Speak che consiste nell’esporre in soli 3′, in modo informale, come durante un coffee break (possibilmente con una tazza di caffè in mano), il profilo dell’impresa che si rappresenta nel workshop.

Il format reinventa le modalità del “Elevator Pitch”  ,  così detto perché ricrea l’opportunità di presentarsi in pochi minuti, come quelli condivisi all’interno di un ascensore con un referente estemporaneo che può rivelarsi come un’opportunità interessante di scambio d’affari e di know how.
Questa modalità viene correntemente utilizzata da Working Capital di Telecom Italia

Dopo questa sessione d’apertura si attiverà un brainstorming animato dal conduttore che solleciterà la discussione sulla base degli input raccolti.
Nella sessione di brainstorming  verranno poste domande, considerazioni e obiettivi da condividere. Una conversazione da cui emergeranno le parole chiave pertinenti (le TAG) su cui imperniare la discussione.
Durante il workshop verrà utilizzata la piattaforma di micro-blogging istantaneo twitter per pubblicare sia appunti sia le tag più pertinenti che verranno visualizzate attraverso la videoproiezione di visible tweet, con una risoluzione simile a questa realizzata per il Forum della Comunicazione Digitale) .
La funzione dell’instant blogging è quella di rilevare istantaneamente gli elementi del dibattito in corso.
Sulla base di ciò che sarà emerso, sarà avviato un confronto teso a sottolineare tra le TAG emergenti, quelle più pertinenti, individuate come punti cardinali del workshop.
Nella sessione finale si svolgerà una restituzione dell’esperienza procedurale, commentando i vari passaggi scanditi  dall’instant blog che ha monitorato l’andamento della discussione.
Le TAG finali saranno trasmesse via bluetooth ai partecipanti che attiveranno il loro mobile per la ricezione e potranno essere tradotte in un “mobtag”, un codice a barre bidimensionale rilevabile da un mobile (con un reader da scaricare qui  )

carloi said,

febbraio 18, 2010 @ 16:37

x partecipare attivamente alla nostra TAG CLOUD Live via Twitter usa la tag
#poli2
qui si visualizza
http://visibletweets.com/#query=%23poli2&animation=1

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